Percorso

Rete Aracne

AracnePandora 

Classe I A - Scuola Secondaria di I grado di Joppolo

 

PRIMO ATTO

NARRATORE: Sul Monte Olimpo vivevano gli Olimpi o Dei, erano esseri soprannaturali e immortali che governavano sulla vita e la morte degli esseri umani.

Entrano in scena singolarmente  gli dei

NARRATORE:  Re degli dèi e sovrano del Monte Olimpo, dio del cielo, del fulmine e dei fenomeni atmosferici, il Grande Zeus.

NARRATORE: Marito di Era,  Regina degli dèi.

NARRATORE: Nettuno, Dio signore del mare,  Signore di tutte le acque.

NARRATORE: Atena, Figlia di Zeus, sacra protettrice della città di Atene.

NARRATORE: Afrodite Dea dell'amore, della bellezza.

NARRATORE: Ares, Dio della guerra.  

Narratore: Vulcano,  Fabbro degli dèi, dio del fuoco.

Tutti gli Dei si posizionano intorno ad una tavola imbandita, circondando il grande Zeus e si cibano del cibo divino.

ERA: “Come sei bella oggi Afrodite, ti trovo particolarmente in forma smagliante!”

AFRODITE: “Anche tu sei in gran forma come sempre. Hai visto come è raggiante Atena!”

ATENA:” Parlavate di me?”

ERA: “Ammiravamo il tuo vestito.”

NARRATORE: Mentre scorreva la bella serata, tra danze e musica, chiacchiere e degustazione di deliziosi cibi, Prometeo, figlio del titano Giapeto e di una ninfa, considerato il protettore di tutta la razza umana, si avvicina al cospetto di Zeus.

PROMETEO :  “Grande e Onnipotente Zeus, per rendere grazie alla tua generosa ospitalità, ti offriamo questo bue. Metà sarà solamente tua, l’altra metà la divideremo fra di noi.” 

NARRATORE : Prometeo nascose dentro la pelle le parti migliori e avvolse le ossa nel grasso.

PROMETEO:” Oh Grande Zeus, Signore di tutti gli Dei dell’Olimpo, ti offriamo la parte migliore del bue. Prendi e mangia! A Te Divino Zeus la scelta.”

ZEUS: (Afferrando con una mano di scatto) “ Mangerò questa parte!”

NARRATORE:  Ma questa volta, Prometeo la combina davvero grossa... nascose dentro la pelle le parti migliori e avvolse le ossa nel grasso. Quando scoprì l'inganno Zeus, s'infuriò.  

SECONDO ATTO

NARRATORE: Dall’alto del monte si udivano le urla di Zeus, fulmini e saette si scatenavano in cielo.

(Entra in scena Zeus furioso, passeggiando nervosamente)

ZEUS : “Come ha osato ingannarmi ! Ingannare me ! Prendersi gioco del Divino Zeus!”

ERA :” Ma no,no Zeus,  era solo una burla. Tu sai quanto sia maldestro Prometeo?”

ZEUS: “Sono stato deriso pubblicamente, questo non lo posso accettare. Prometeo pagherà per questa sua offesa!”

ERA: “Divino Zeus, non pensare a questo. La festa è riuscita, gli invitati si sono divertiti, sei stato come sempre un ottimo padrone di casa. Dormi caro ora, non ci pensare. Buona notte!”

NARRATORE: Ma Zeus non riusciva a prendere sonno. Si girava e rigirava. Il suo pensiero era trovare il modo di vendicarsi di Prometeo. Ebbe un’idea.

ZEUS: “ Avevo promesso agli umani il fuoco per riscaldarsi,per cuocere e per illuminare le loro dimore. Bene, non lo avranno mai !”

NARRATORE: Prometeo, saputa la cosa e preoccupato per l’umanità corse da Efesto che era nella sua fucina intento a forgiare.

PROMETEO : “ Efesto, mio caro amico, solo tu puoi aiutarmi “

EFESTO : “ Prometeo, amico mio, come posso rendermi utile ?”

PROMETEO: “ Dammi un po’ del tuo fuoco, in modo che io possa portarlo agli umani per riscaldarsi.”

EFESTO: “ Prometeo, questo non posso farlo, se mi scopre Zeus sono nei guai.”

PROMETEO: “ Ma tu sei mio amico, non puoi abbandonarmi così. Gli umani hanno bisogno del fuoco , sta arrivando l’inverno e moriranno di freddo ! “

EFESTO: “ Amico mio, proprio non posso aiutarti. “

NARRATORE: Allora, Prometeo approfittando di una distrazione dell’amico, rubò una scintilla, la nascose in una canna e corse dagli umani. Subito, con quella scintilla, accese grandi fuochi nella notte e, per la prima volta, gli uomini si sentirono al sicuro dalle fiere. Su quelle fiamme cucinarono gli animali catturati e forgiarono le prime armi di ferro, i primi aratri per lavorare la terra.

Dall'alto dell'Olimpo Zeus vide tutto e scosse i suoi fulmini, in preda a una furia terribile.

ZEUS :  “ Efesto! Efesto ! Dove ti sei nascosto !”

EFESTO : “ Eccomi Zeus, sono qui “

ZEUS :  : "Ti avevo affidato il fuoco e te lo sei fatto rubare. Adesso gli uomini monteranno in superbia e si crederanno simili a noi, gli immortali. Bisogna punire Prometeo.”

EFESTO :  “ Zeus, ti posso assicurare che è stato Prometeo a mia insaputa a rubare il fuoco “.

ZEUS: “Bisogna punire Prometeo.” Fabbrica una catena che non si possa spezzare e lega il titano a una rupe esposta ai raggi del sole, solitaria e irraggiungibile. Io manderò un'aquila che gli roda il fegato per mille anni".

EFESTO: “ Sarà fatto, Divino Zeus “

NARRATORE : E così fu.  Il fegato del titano, divorato dal grande uccello, ricresceva ogni volta, quindi il supplizio non aveva mai fine. Nonostante tutto Prometeo sopportava con rassegnazione, senza un lamento, fino a quando Eracle riuscì a raggiungerlo, uccise l'aquila e chiese a Zeus di concedergli il perdono.

ZEUS : “ Una punizione esemplare spetta anche agli umani. Devo trovare un giusto castigo anche per loro. Devono capire che prendersi gioco di me non è stata una cosa intelligente. “

 NARRATORE : Zeus non dormì tutta la notte, doveva trovare la giusta punizione. L’indomani mattina, di buon ora convocò sull’Olimpo Efesto.

EFESTO : “ Eccomi Zeus, mi hai fatto chiamare ?”

ZEUS: “ Efesto voglio che tu costruisca una donna bellissima, fatta di creta. Gli dei dell’Olimpo, poi, le infonderanno lo spirito vitale. Tutte le Dee la doteranno di doni meravigliosi e infine la manderò sulla Terra tra gli umani.  Il suo nome sarà Pandora .”

EFESTO : “ Ai tuoi ordini. Prima che tramonti il sole sarà fatto . “

NARRATORE : Efesto, si recò di corsa nella sua fucina e creò una donna bellissima. A sera, come promesso, ritornò da Zeus.

EFESTO : “ Zeus, ecco il lavoro finito come  promesso. “

ZEUS : “ Fate venire tutte le dee dell’Olimpo “

Entrano in scena le Dee

DEE  ( in coro) “ Eccoci Zeus, ci hai fatto chiamare ? “

ZEUS : “ Voglio che ognuna di voi doti di un dono questa fanciulla “

Con voce possente poi ordinò alla fanciulla:

ZEUS : “ Vai ora tra gli esseri umani “

NARRATORE : Pandora obbedì. Sulla Terra Pandora incontrò Epimeteo , fratello di Prometeo.

EPIMETEO : “ Come ti chiami bella fanciulla ?”

PANDORA : “ Io mi chiamo Pandora e tu ? “

EPIMETEO : “ Io sono Epimeteo “

NARRATORE : Epimeteo si innamorò all’istante della giovane donna e decise di sposarla. Zeus, avendo saputo delle nozze, mando in regalo un dono. Un magnifico vaso.

EPIMETEO : “ Pandora, questo è un dono inviatoci dal divino Zeus per le nostre nozze. “

PANDORA : “ Molto bello, è stato veramente gentile “

EPIMETEO : “ No Pandora, non è così. Zeus non ha dimenticato l’offesa subita da mio fratello. Non credo sia buona cosa accettarlo. Lo rimanderò subito indietro “

PANDORA : “ Credi sia una cosa saggia ? “

EPIMETEO : “ Si! Credo sia la cosa migliore “

PANDORA : “ E se poi si offende ancora di più? Dobbiamo tenercelo! “

EPIMETEO : “ Allora faremo come dici tu, ma sarà riposto in un angolo dove nessuno potrà notarlo e tu devi promettermi che mai lo aprirai. “

PANDORA : “ Te lo prometto mio adorato . “

NARRATORE : Ma non appena rimase sola Pandora, spinta dalla curiosità…

PANDORA : “ Un vaso così bello, sicuramente conterrà dei gioielli ? Lo  apro ? E se poi Epimeteo si arrabbierà ! Pazienza. Sono sicura che quando vedrà i gioielli ne sarà felice. “

NARRATORE : Pandora si guardò intorno, vide che non c’era nessuno e …

PANDORA :  “ Per Zeus! Che succede! “

NARRATORE : Dal vaso uscirono tutti i mali del Mondo,  la fatica, la malattia, la vecchiaia, la pazzia, la passione e la morte. Essi uscirono e immediatamente si sparsero tra gli uomini.

Sul fondo del vaso rimase solo la speranza che non fece in tempo ad allontanarsi prima che il vaso venisse chiuso di nuovo. Prima di questo momento l'umanità aveva vissuto libera da mali, fatiche o preoccupazioni di sorta e gli uomini erano, così come gli dei, immortali. Dopo l'apertura del vaso il mondo divenne un luogo desolato ed inospitale, simile ad un deserto, finché Pandora lo aprì nuovamente per far uscire anche la speranza, l'ultima a morire ed il mondo riprese a vivere.

  A cura degli alunni della classe V della Scuola Primaria di Joppolo 

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